Era l'828 d.C. quando la Repubblica di Venezia elevò San Marco come Patrono della Città, ecco che il leone alato diventò simbolo politico della Serenissima. E oggi è il logo indiscusso di Venezia.
Il Leone Marciano ha in Piazza San Marco la sua apoteosi, se ne contano ben quindici così collocati:
• 1 sulla Torre dell’Orologio
• 1 sull’Arcone centrale della Basilica
• 2 sul Campanile
• 1 sulla Porta della Carta assieme al Doge Foscari
• 1 nel Poggiolo di Palazzo Ducale con il Doge Gritti
• 1 nella Colonna posta sul Molo (verso Palazzo Ducale)
• 2 nella Piazzetta chiamata perciò detta dei “Leoncini”
• 4 sul sarcofago di Daniele Manin
• 2 sul cancello bronzeo della Loggetta del Campanile
IL SANTO A VENEZIA
Il 25 aprile è l'unica data rimasta per festeggiare questo Santo che è tutt’uno con la città di Venezia mentre anticamente nella Serenissima era festeggiato solennemente il 31 gennaio (dies translationis corporis) giorno dell'arrivo in città delle sante spoglie dopo l'avventuroso trafugamento da parte dei veneziani in Alessandria d'Egitto nell'anno 828 d.C.:
- Il 25 aprile (giorno del martirio e rinascita ultraterrena)
- Il 25 giugno (giorno del ritrovamento del Santo corpo)
Ritrovamento perché quando le reliquie arrivarono a Venezia fu subito eretta una chiesa in suo onore che nei secoli successivi fu più volte rifatta, sia nel 968 che nel 1094. Durante il susseguirsi dei lavori nella Basilica, si perse l'ubicazione delle reliquie e si racconta che al terzo rifacimento, il Doge Falier abbia indetto un lungo digiuno nella speranza, pregando, di ritrovarle. La leggenda vuole che durante queste preghiere si sia sgretolato un pilastro dal quale apparve un braccio di San Marco indicante l’ubicazione della sua sepoltura. Da quel momento le spoglie di San Marco furono collocate sotto l'altar maggiore, dove si trovano tuttora.
LE LEGGENDE DE EL BOCOLO
Tantissime sono le leggende legate a questo Santo venerato dai veneziani e proprio da una di queste l'usanza di regalare in questo giorno un bocciolo di rosa rossa "bocolo" alla persona amata, tradizione che nessun maschio veneziano infrange.
1) Secondo una di queste, durante la fortissima mareggiata che, come narra Marin Sanudo, colpì Venezia nel febbraio del 1340, un barcaiolo riparatosi presso il ponte della Paglia fu invitato a riprendere il mare da un cavaliere.
Durante il tragitto verso la bocca di porto, il barcaiolo fece sosta a S. Giorgio Maggiore e poi a S. Nicolò del Lido. Raggiunto il mare aperto, i demoni che spingevano l'acqua verso Venezia furono affrontati e battuti dai tre Santi cavalieri: Marco, Giorgio e Nicolò. Sconfitti i demoni, San Marco affidò al barcaiolo un anello, da consegnare all'allora doge Bartolomeo Gradenigo perchè fosse conservato nel Tesoro di San Marco.
2) Un’altra riguarda la storia del contrastato amore tra la nobildonna Maria Partecipazio ed il trovatore Tancredi. Nell'intento di superare gli ostacoli dati dalla diversità di classe sociale, Tancredi parte per la guerra cercando di ottenere una fama militare che lo renda degno di tanto altolocata sposa. Purtroppo però, dopo essersi valorosamente distinto agli ordini di Carlo Magno nella guerra contro i Mori di Spagna, cade ferito a morte sopra un roseto che si tinge di rosso con il suo sangue. Tancredi morente affida a Orlando il paladino, un bocciolo di quel roseto perché lo consegni alla sua (di Tancredi, non di Orlando) amata.
Orlando fedele alla promessa giunge a Venezia il giorno prima di S. Marco e consegna alla nobildonna il bocciolo quale estremo messaggio d'amore del perito spasimante. La mattina seguente Maria Partecipazio è trovata morta con il bocciolo rosso posato sul cuore e da allora, gli amanti veneziani usano quel fiore come rappresentativo pegno d'amore.
3) Nella seconda metà dell'Ottocento (864-881 N.d.r.) Orso I° Partecipazio era Doge di Venezia. Sua figlia amava, riamata, un giovane bello e coraggioso ma di umile famiglia, ragione per la quale suo padre non ne voleva sentir parlare. La ragazza allora consigliò all'innamorato di andare a combattere contro i Turchi(1), in modo da riscattare con la gloria delle imprese le sue umili origini. In breve i racconti sul coraggio e sulle eroiche gesta del giovane giunsero ovunque, finché un messaggero portò a Venezia un fiore ed una triste notizia: il giovane era caduto colpito a morte in combattimento. Prima di morire tuttavia questi trovò la forza cogliere un bocciolo da un cespuglio lì vicino e chiamare un compagno d'armi facendogli promettere di consegnarlo all'amata in segno di un amore e di una fedeltà che nemmeno la morte avrebbe potuto spezzare. Nel raccoglierlo il bocciolo si macchiò del sangue dello sfortunato giovane, tanto da renderlo rosso... come le rose che ancor oggi si donano.
4) Secondo altra leggenda la tradizione del bocolo discende invece dal roseto che nasceva accanto alla tomba dell'Evangelista. Il roseto sarebbe stato donato a un marinaio della Giudecca di nome Basilio quale premio per la sua grande collaborazione nella trafugazione delle spoglie del Santo. Piantato nel giardino della sua casa, il roseto alla morte di Basilio divenne il confine della proprietà suddivisa tra i due figli. Avvenne in seguito una rottura dell'armonia tra i due rami della famiglia (fatto che sempre secondo le narrazioni fosse causa anche di un omicidio), e la pianta smise di fiorire. Un 25 aprile di molti anni dopo nacque amore a prima vista tra una ragazza discendente da uno dei due rami e un giovane dell'altro ramo familiare. I due giovani s’innamorarono guardandosi attraverso il roseto che separava i due orti. Il roseto accompagnò lo sbocciare dell'amore tra parti nemiche coprendosi di boccoli rossi, e il giovane cogliendone uno lo donò alla ragazza. In ricordo di quest’amore a lieto fine, che avrebbe restituito la pace tra le due famiglie, i veneziani offrono ancor oggi il boccolo rosso alla propria amata.
Particolare venexiano, il bocolo è anche dono che in quel giorno i figli usano fare alle mamme.
doc-utimi veri venexiani
doc- stampa leone marciano da u. v. venexiani
Mattis Von Der Schulenburg